Avere in cura se stessi in una relazione, significa fare veramente dono di sé all’altro.
Consegnare un sé sano e forte, è veramente un dono inestimabile, significa “ho energie abbastanza per la relazione, per noi”.
È come avere la possibilità di pagare il conto per entrambi, nell’ andare a cena assieme.
Non avere in cura il proprio sé invece, potrebbe offrire l’illusione di star dando tutto all’altro, ma in verità consegnare un sé trascurato, significa dare all’altro un costo in più nella relazione. È una inconsapevole richiesta di cura, come dire “andiamo a cena e paga per entrambi, perché non ne ho possibilità, bada a me oltre che a te stesso”.
In tal caso l’altro è gravato del compito di dover badare alla tua vita, oltre che alla sua e questo inevitabilmente si ripercuote nella relazione, che diventa sbilanciata da quel punto di vista, dal punto di vista psicologico. L’asimmetria va anche bene tra un genitore e un figlio piccolo, ma non è sana in un rapporto tra adulti. L’unico rapporto dove in teoria mi posso concedere di consegnare un sé ferito all’altro, è quello tra paziente e terapeuta, che poi mi aiuterà ad avere in cura me stess@, in modo da non avere più bisogno di quella relazione o del terapeuta stesso, rifuggendo dalla dipendenza.
Pertanto avere in cura se stessi, amarsi e non trascurarsi, non è egoismo, tutt’altro, è dono per l’altro, è energia che si offre alla relazione con lui, è un atto di amore anche nei suoi confronti.
Chi offre la cena?
